
C’è un luogo, incastonato tra le valli verdi e ondulate dei colli piacentini, dove il tempo sembra essersi fermato e ogni pietra racconta una storia. È il Castello di Gropparello, un maniero che si erge fiero e silenzioso su un picco di rocce ofiolitiche, come un nido d’aquila che veglia su ciò che resta della sua antica gloria. Ma qui non si tratta solo di mura medievali, torri di guardia e feritoie: qui, la storia si fonde con la leggenda, il sogno con la realtà, e ogni visitatore si ritrova catapultato in un universo fatto di dame, cavalieri e spiriti inquieti.
Un viaggio tra i secoli: dal dominio carolingio alle famiglie feudali
Il primo documento a menzionare Gropparello risale all’810, e porta la firma di nientemeno che Carlo Magno. È lui a concedere il feudo al vescovo di Piacenza, Giuliano II. Ma le radici del castello affondano molto più indietro nel tempo, forse addirittura in epoca romana, quando sul promontorio si trovava una torre di guardia o un castrum, vigilante sulle vallate circostanti.
Durante le lotte intestine tra Guelfi e Ghibellini, Gropparello fu più volte assediato e conteso. Nel 1255 subì persino la distruzione per mano delle truppe ghibelline di Oberto II Pallavicino, ma fu ricostruito con prontezza, come a voler gridare al mondo che non si sarebbe arreso così facilmente. Il castello passò poi di mano in mano: dai Fulgosio ai Campofregoso, fino agli Anguissola, che ne fecero la propria dimora per oltre due secoli.
Con il passare dei secoli e il declino del feudalesimo, il castello perse la sua funzione militare e fu ridotto a edificio rurale. Solo nel 1869, grazie all’intervento del conte Ludovico Marazzani Visconti Terzi e all’architetto Camillo Guidotti, tornò a splendere attraverso un attento restauro in stile neogotico. Da allora, ha vissuto una nuova vita, tra abbandoni, rinascite e, infine, la trasformazione attuale: da fortezza medievale a cuore pulsante della cultura, dell’immaginazione e… del mistero.
Il Parco delle Fiabe: dove l’immaginazione prende vita
Ed è proprio nel cuore di questa atmosfera sospesa nel tempo che nasce il Parco delle Fiabe, un’attrazione unica nel panorama italiano. Più che un semplice parco tematico, è un’esperienza sensoriale ed emotiva, progettata per far rivivere ai più piccoli — e non solo — la magia delle fiabe medievali. Non ci sono attrazioni meccaniche o giostre rumorose, ma un percorso tra boschi incantati, torrenti che scorrono lenti e sentieri battuti da cavalieri e fate.
I bambini vengono accompagnati da guide in costume, e il contatto con la natura diventa l’occasione per affrontare avventure epiche, superare ostacoli e paure, sviluppare autostima e immaginazione. È un luogo dove si gioca seriamente con le emozioni, attraverso esperienze immersive che risvegliano il bambino che vive in ciascuno di noi. Il tutto arricchito da eventi speciali come la Caccia all’Uovo di Drago, il Mercato Medievale, la Festa dell’Uva o la Gran Festa a Corte, che rendono ogni visita un’esperienza irripetibile.
La Rosa Nascente e le Gole del Vezzeno: un tuffo nella natura sacra
All’esterno del castello si estende un parco di ben 20 ettari, una distesa verde che custodisce veri e propri tesori naturalistici. Le Gole del Vezzeno, con i loro anfratti profondi e misteriosi, conservano ancora un altare celtico che sembra uscito da un romanzo di druidi e antichi riti sacri. Qui la natura si fa quasi spirituale, evocativa, in dialogo costante con la storia e le leggende che aleggiano in ogni angolo.
E poi c’è il Museo della Rosa Nascente, un labirinto di carpini che abbraccia ben 17 roseti con 1280 piante appartenenti a 120 varietà. Un incanto per gli occhi e per l’anima, un tributo alla bellezza e alla delicatezza che solo un luogo come questo poteva ospitare.
Rosania: la dama bianca che non trova pace
Ma non sarebbe un vero castello medievale senza il suo fantasma. E a Gropparello, il più celebre è quello di Rosania Fulgosio, la sfortunata castellana protagonista di una tragica leggenda d’amore e tradimento.
Si racconta che, mentre il marito Pietrone era lontano in battaglia, Rosania cadde tra le braccia del suo antico amore, Lancillotto Anguissola, che nel frattempo aveva conquistato il castello. Ma il destino non è mai tenero con le anime romantiche: Pietrone tornò, scoprì il tradimento e, con l’aiuto della fedele fantesca Verzuvia, fece murare viva la giovane moglie in una stanza segreta sotto le fondamenta del castello.
Da allora, la leggenda narra che nelle notti più silenziose, tra i corridoi e le stanze, si odano ancora i suoi lamenti. E più di un visitatore ha dichiarato di aver visto una figura diafana, vestita di bianco, svanire tra le pareti del maniero. Coincidenza? Suggestione? O forse Rosania attende ancora che qualcuno ascolti la sua storia?
Un’avventura da vivere, tra storia, natura e leggenda
Visitare il Castello di Gropparello non è solo una passeggiata turistica. È un’esperienza totale, che coinvolge corpo, mente e immaginazione. Puoi immergerti nella natura attraverso percorsi di trekking che si snodano tra boschi antichi e panorami mozzafiato. Puoi esplorare le sale restaurate del castello, immaginando le trame politiche, gli amori e i tradimenti che hanno attraversato i secoli. Puoi vivere un’avventura fiabesca, sentendoti parte di un mondo dove il confine tra reale e immaginario è sottile come un velo.
E se ti capita di passare da quelle parti, non sorprenderti se tra il fruscio delle foglie o l’eco tra le gole, ti sembrerà di udire un sussurro: “C’era una volta…”. Perché qui, tra le mura di Gropparello, ogni leggenda è viva, ogni passo è un racconto, ogni respiro è storia.
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